Remember Tomorrow - seconda parte

Unchain the colours before my eyes
Yesterday's sorrows, tomorrow's white lies
Scan the horizon, the clouds take me higher
I shall return from out of the fire
(Iron Maiden – Remember Tomorrow)


Quando si sveglia al mattino Matteo allunga il braccio dall’altra parte del letto e lo trova vuoto, si gira e Federica non c’è più. Non solo, quella parte del letto è intonsa come se non ci avesse dormito nessuno. Matteo la chiama ma non c’è nessuna risposata. Si alza e la cerca, ma non c’è da nessuna parte, non può certo essere sparita, deve essersene andata senza dire niente. Ma perché? 

Sul tavolo in soggiorno c’è ancora la bottiglia di liquore, ma con suo stupore Matteo vede solo un bicchiere. Sul comodino vicino l’ingresso ci sono le chiavi e la porta è chiusa, come ha fatto ad andarsene senza chiavi e richiudendo la porta? 

Matteo è sconvolto, era sicuro che fosse quella giusta, ma nello stesso tempo è sorpreso di sé stesso, come può pensare questo di una appena conosciuta con cui ha solo passato una notte? Eppure qualcosa dentro di lui gli dice che con lei c'è un legame profondo, non sa come, non sa perché, eppure è così e deve ritrovarla. 

Guarda il cellulare e solo allora si rende conto di non averle chiesto il numero. Come è potuto essere così stupido? Eppure no, il numero lo si chiede a chi non si conosce, mentre lei… NO! Matteo scuote la testa e cerca di cacciare via quel pensiero. Non l’ha mai vista prima, di questo è sicuro, quella sensazione è dovuta solo alla sua immaginazione e non deve farsi ossessionare. 

Più facile a dirsi che a farsi.

Quel giorno al lavoro Matteo è distratto, non riesce a pensare ad altro che a lei e conta le ore che passano alla fine della giornata.

Appena finito di lavorare corre al pub, al bancone c’è ancora Marchino, meno male forse lui sa chi è Federica.

“Hey Matteo, come stai? Hai l’aria sconvolta, certo che ieri hai bevuto parecchio, stai bene?”

“Sì, sì, sto bene” replica svelto Matteo “Senti, tu conosci Federica? Sai chi è?”

“Chi?”

“Federica, la ragazza che ho incontrato qua ieri. La conosci? È già venuta qua? Devo ritrovarla!”

Marchino lo guarda stupito.

“Matteo, guarda che ieri eri non c’era nessuno con te, hai passato tutta la serata seduto al bancone a bere da solo. Sei ancora ubriaco?”

“Non scherzare, ieri è entrata questa ragazza, Federica, e si è seduta al mio fianco e abbiamo passato la sera assieme e poi è venuta a casa mia, solo che questa mattina è sparita. Se è uno scherzo è di pessimo gusto, davvero devo ritrovarla.”

Marchino lo fissa visibilmente preoccupato.

“Matteo, sono serio. Ieri sei rimasto tutto il tempo da solo a bere. A un certo punto ci siamo anche preoccupati, hai smesso di parlare con noi e sei rimasto fermo a fissare lo specchio. Chiedi ad Anna, c’era anche lei”

La ragazza dietro al bancone, che era rimasta in silenzio ad ascoltare la conversazione, annuisce.

“È vero, ci hai fatto spaventare. Abbiamo provato a parlarti ma eri perso nel tuo mondo e non rispondevi se non per chiedere da bere.”

Matteo impallidisce, come è possibile che nessuno l’abbia vista? Che se la sia solo immaginata? Ma non è possibile, era così vera, così reale. Forse sto impazzendo, pensa. No, non è così, lei c'era, non può essersi immaginato tutto. A meno che... può essersi ubriacato così tanto da sognarla? Forse è stato solo un sogno da sbronzo, ma no non può essere vero, lei era lì ed è tornata a casa con lui.

Matteo non sa più cosa pensare, ha bisogno di bere. Guarda Marchino. 

“Fammi qualcosa da bere, uno dei tuoi cocktail, ma fallo forte fammi del male”

Marchino lo fissa serio.

“Sei sicuro? Mi sa che non ti sei ancora ripreso da ieri sera, forse è meglio se non bevi ancora”

“No, no, davvero, sto bene. Cioè non sto bene, ma non sono sbronzo. Davvero, per favore, dammi qualcosa da bere”

Marchino annuisce.

“Va bene, ma uno solo poi vai filato a casa”

Prepara il cocktail e glielo porge, Matteo lo prende e va a sedersi, da un lungo sorso e poi si ferma a pensare. Cosa è successo ieri sera?

Il cellulare vibra, Matteo lo guarda e vede un messaggio vocale da un numero sconosciuto, non si spiega come faccia a saperlo, ma sa che è lei. Col cuore in gola infila gli auricolari e ascolta il messaggio.

“Ciao, sono Federica. So che sono sparita nel nulla, ma posso spiegarti tutto. Quando dico sparita nel nulla intendo letteralmente, avrai notato che non ho lasciato nessuna traccia della mia presenza e se hai parlato con i tuoi amici del pub ti avranno detto che nessuno mi ha vista. Questo perché io, per ora, esisto solo nella tua testa. So che sembra folle, ma non sono pazza e non lo sei nemmeno tu. Ti ho lasciato questo messaggio, anche se è contro le regole, perché hai diritto a una spiegazione per quanto assurda ti potrà sembrare e anche se non ricorderai niente. Io vengo dal futuro, dal tuo anzi dal nostro futuro e sono solo un impulso nel tuo cervello. La vera me, quella in carne e ossa, la incontrerai fra pochi giorni proprio nel pub dove mi hai incontrata ieri, anche se le cose non saranno così veloci. Ci parleremo, ci piaceremo, ci frequenteremo e ci innamoreremo. Da lì in poi staremo assieme, certo ci saranno alti e bassi, litigi e momenti difficili, ma li supereremo e saremo felici. Passeranno anni per arrivare a quello che per me è il presente, tu non ci sei più e anche io sento che sono alla fine dei miei giorni e, visto che non sei più al mio fianco, volevo vederti un’ultima volta. Sai ora sono possibili i viaggi nel tempo! Cioè non sono proprio viaggi nel tempo, ma quando si è conosciuta bene una persona è possibile mandare tramite un impulso celebrale il nostro ricordo a quella persona indietro nel tempo. Si tratta di una proiezione nel cervello, una proiezione che, come hai visto, è davvero realistica. È possibile inviarlo solo prima che una persona ci abbia conosciuto, altrimenti il ricordo reale sarebbe troppo forte e non permetterebbe alla proiezione di diventare “vera”. Io ho scelto di mandarti la mia proiezione poco prima che ci incontrassimo per davvero, così per poter vivere un’altra volta quell’incontro che ha cambiato la mia, la nostra, vita. È stato bello rivederti un’ultima volta. Appena finirò di parlare il ricordo di me e della serata sparirà dalla tua mente. A presto”

Il vocale termina con un lungo ronzio basso, poi sparisce. Matteo rimane fermo per qualche secondo come perso nel nulla, poi guarda il cellulare. Perché lo ha in mano? Perché ha gli auricolari? Stava ascoltando qualcosa? Eppure il telefono è fermo sulla schermata principale. 

Si sente stordito, non ricorda bene cosa è successo la sera prima, come al solito avrà bevuto troppo. 

Ma allora perché si sente così triste e prova una forte sensazione di nostalgia? 

E perché i suoi occhi sono lucidi di pianto? 


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